Nei nostri nostri progetti di formazione, come sui nostri canali, ricorre spesso la menzione dell’ “ingegnere umanista”; sul nostro manifesto si legge “La Fondazione MAIRE – ETS è un Ente del Terzo Settore che ha come missione quella di formare gli“ingegneri umanisti”del domani”. 
Ma chi è questo ingegnere umanista? Che cosa intediamo?


Nella nostra visione, gli “ingegneri umanisti” del domani sono figure in grado di contribuire al percorso di evoluzione dell’umanità fornendo soluzioni tecnologiche innovative, economicamente e ambientalmente sostenibili, e in grado di interpretare i bisogni sociali, etici e ambientali nell’era della transizione energetica e della digitalizzazione. Figure dotate di soft skills, una visione trasversale e un approccio multidisciplinare.

Ma c’è di più: l’“ingegnere umanista”  è assunto a metafora del cambiamento culturale, economico e sociale che il XXI secolo ci impone per affrontare la crisi climatica.

Sulla scia del consolidamento di queste riflessioni, anche attraverso le attività della nostra area studi e ricerche, nel 2024 abbiamo deciso di affrontare il tema dal punto di vista scientifico, finanziando una borsa di studio che avesse ad oggetto proprio la figura dell’ingegnere umanista, e con essa un’analisi delle richieste del mondo aziendale verso le figure professionali di natura ingegneristica,  per indagare come questo ruolo sia evoluto nei decenni e quali siano le competenze oggi ritenute essenziali e strategiche.

Nasce così, nel 2024, un progetto di ricerca insieme all’Università degli Studi di Firenze, UniFi, e all’Associazione Olivettiana APS. La Fondazione MAIRE – ETS ha supportato il finanziamento di una borsa di ricerca; UniFi ha creato un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei dipartimenti di Ingegneria Industriale (DIEF), Architettura (DIDA), Ingegneria Civile e Ambientale (DICEA), Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia (FORLILPSI); ad essi il supporto dall’Associazione Olivettiana.

L’indagine è stata condotta dalla borsista ricercatrice Giulia Cecchini ed è culminata nel rapporto di ricerca “L’Ingegnere Umanista. Ricerca qualitativa sull’offerta formative per gli ingegneri e divari rispetto alle esigenze delle imprese”.

Le fasi della ricerca hanno spaziato da un piano teorico (inquadramento delle trasformazioni del mondo del lavoro e analisi di visione, missione, rapporti col territorio da parte delle aziende) a quello concreto – con svolgimento di focus group e singole interviste ai responsabili delle unità di Risorse Umane di grandi aziende da una parte e ingegneri con vari livelli di seniority dall’altra.

Emerge un quadro stimolante, cornice di un nuovo piano di concepire la formazione delle giovani generazioni.

Le sfide dell’internazionalizzazione e della digitalizzazione stanno trasformando il mondo del lavoro; le imprese cercano, anche nella figura dell’ingegnere, competenze umanistiche fuse insieme a quelle tecnico-specialistiche, questo ne modifica anche i processi di reclutamento e inserimento lavorativo.

L’indagine approfondisce come questa evoluzione si rifletta nell’elaborazione delle strategie aziendali, di posizionamento e di gestione di risorse umane, oltre ad un puntuale focus sui principali settori e i principali ruoli maggiormente richiesti e carenti nel settore ingegneristico.

Viene ri-definita la figura dell’ingegnere, che diventa ingegnere umanista, e si avverte la necessità di rafforzare il dialogo tra imprese, territori e luoghi di formazione delle giovani generazioni.


I principali risultati emersi da questa ricerca sono stati presentati presso l’Università degli Studi di Firenze con un convegno il 26 novembre 2025 [per leggere la news clicca qui].

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